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E_428_FS
automodellantone
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Inserito il - 11/04/2012 : 21:45:33
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Mi sono posto una domanda un po' strana e che probabilmente ha più di una risposta... Riflettendo sull'evoluzione nello stile delle automobili nel corso degli anni è indubbio che come nella moda vi sono gli stilisti, così per le auto i designer impostano, influenzano le nuove tendenze nelle linee... (Forse). Però mi chiedo: un designer evolve anch'egli il proprio tratto a seconda dei tempi ed a seconda delle esigenze che il costruttore gli impone per un nuovo modello, oppure la propria creatività si adegua ai canoni correnti?
E' probabile che non sia riuscito ad esprimermi, faccio un esempio: Giugiaro ha disegnato parecchie auto, tra quelle più indietro negli anni ricordiamo la Golf I serie, tra le più recenti la Grande Punto... La mia domanda forse sciocca: ai tempi della Golf avrebbe concepito (sarebbe stato in grado di concepire) un'auto coi canoni stilistici della Grande Punto? Quindi un designer evolve le proprie capacità nel corso degli anni oppure le modula a seconda dello stile imperante? E se così fosse: chi decide come dev'esser un'auto? Il mercato? Il produttore? Il designer?
Spero di esser riuscito a spiegarmi e che il quesito non vi risulti eccessivamente stupido...
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eigi
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Inserito il - 11/04/2012 : 22:21:23
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Una volta i carrozzieri modellavano le lamiere sui tubi che formavano il telaio, che a sua volta era costruito "intorno" al motore, all'abitacolo e alle ruote, dando forma all'auto secondo il proprio gusto e stile: gusto e stile ch'era ovviamente maturato attraverso culture e convinzioni ch'erano di quell'epoca. Ancora negli anni '60 e '70, malgrado l'avvento dell'aerodinamica che "impose" alcune scelte, i Designer potevano esprimere abbastanza liberamente il loro estro, la loro genialità: basti pensare alla Miura di Marcello Gandini. Col sopravvenire della moltitudine di leggi per la sicurezza attiva e passiva e la commistione di meccaniche e telai tra marchi e modelli, ormai definite piattaforme, la creatività dei designer s'è inizialmente bloccata, è stata come tarpata, tant'è che specialmente negli anni '90 il piattume regnava sovrano e anche le proposte di design facevano cagare (esagero, ma è per rendere l'idea).
Oggi forse si assiste al recupero delle idee, della creatività, perchè i nuovi designer hanno fatto propri i limiti imposti dalle regole e li hanno girati a loro favore: invece di vestire la legge imposta inglobano la legge nel vestito.
Il tutto sempre con le culture e le convinzioni dell'epoca che si vive al momento e senza mai dimenticare che molte volte accade che un'idea bellissima sulla carta risulta irrealizzabile nella realtà, salvo scoprire che vent'anni più tardi, nuovi materiali e nuove tecniche di lavorazione permettono di ottenere ciò che avevamo pensato vent'anni prima: ma nel frattempo quel progetto è diventato obsoleto!
Sono andato a ruota libera. Comunque mi fa piacere partecipare a questi scambi di idee.
C'è un iscritto a questo forum che potrebbe risponderti avendone tutti i crismi: spero ti legga e lo faccia, sarebbe un insegnamento per tutti noi.
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jacks
automodellandonissimo
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Inserito il - 12/04/2012 : 00:26:23
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Che bel quesito!!! e complimenti alla risposta di eigi alla quale mi accodo. Mi associo al pensiero.
Volevo però esprimere a riguardo un mio personalissimo pensiero: eigi dice che negli anni 90 vi è stato un piattume creativo. Sono sostanzialmente d'accordo. Ma sai che, vedendo le auto d'oggi (parlo di quelle accessibili dalla maggiorparte della popolazione europea, tanto per delimitare il target) è vero sì che c'è meno piattume ideologico su forme della carrozzeria, ma mi sembra che si stia esagerando nella ricerca, come se fosse ossessiva, di forme che colpiscono. Sarò un tipo strano, però molte delle forme che presentano anche auto abbastanza blasonate (o marchi blasonati) sembrano personalmente discutibili e, spesso, tendenti al brutto. E' sicuramente un'impressione personale, ci mancherebbe, però molte le trovo di dubbio gusto. Ciò mi fa pensare al fatto che si badi più sì alla differenziazione tra una casa automobilistica e l'altra anche attraverso forme inconsuete; è anche vero però che ciò potrebbe essere poi un'arma a doppio taglio: se canni una linea (forme troppo ricercate, tendenti all'estremo, che portano una cattiva percezione alla vista. Sapete, in psicologia cognitiva insegnano che un certo tipo di linee sono preferite dal nostro occhio, altre invece letteralmente scartate) poi rischi di perdere gran parte del tuo mercato. Per cui l'azzardo sulle linee lo trovo personalmente discutibile, così come il piattume degli anni 90. Spero di essere stato comprensibile (è tardino per me) e non troppo OT.
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franciazzi
automodellandonissimo
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Inserito il - 12/04/2012 : 06:58:58
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Adesso anch'io comincio ad avere un po di annetti sulle spalle, e ti assicuro jacks che questa sensazione che le auto del momento siano a volte un po azzardate c'è sempre stata: sarà che l'occhio si abitua con una certa gradualità, ma se ci pensi tutte le versioni 'N-1' dell'auto X sono sempre considerate, al momento, più belle, o più equilibrate, della versione 'N'. Mi ricordo benissimo che quando uscì la Golf II (parlo ormai di una trentina di anni fa, io stavo finendo il liceo) io la consideravo un obbrobrio, 'hanno rovinato la golf', 'quant'era bella quella di prima', ecc. ecc. Guardando con gli occhi di oggi mi accorgo che la Golf ha invece avuto negli anni un'evoluzione che l'ha sempre migliorata, anche stilisticamente, anche se la prima era di Giugiaro ed era un capolavoro. E questo vale per tantissime auto. Chi non ha considerato le BMW degli ultimi anni (specie quelle di Bangle) molto azzardate rispetto a quelle degli anni 90? Eppure io adesso ho una BMW... Probabilmente le auto 'azzardate' di oggi ci sembreranno del tutto naturali nel volgere di pochissimi anni, e saranno una severissima pietra di paragone per le auto del futuro che, immancabilmente, verranno considerate molto strane e astruse.
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Keep-all
iperautomodellante
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Inserito il - 12/04/2012 : 11:40:08
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Con la rivoluzione industriale, la storia del pensiero dell’uomo è cambiata, direi che si è stravolta. Una qualsiasi realizzazione considerata come “prodotto” dell’uomo è un “oggetto” che è stato pensato, idealizzato, progettato dall’uomo e ogni uomo è vissuto ed è rimasto influenzato dall’epoca in cui è vissuto o tutt’al più dalle epoche prima di lui. Prima dell’avvento delle macchine, inteso come meccanismo per una produzione meccanizzata, tutto era fatto artigianalmente. L’opera nasceva dalla creatività individuale. Un conto è il concepimento e la progettazione da parte di chi “inventa”, ovvero il designer; un conto è la realizzazione di ciò che è stato inventato. Con la nascita dell’industria questa separazione è dapprima totale e l’uomo ne rimane disorientato, poi nei primi decenni del XX secolo si riesce a integrare la teoria dell’idea con la pratica attraverso nuovi mezzi di produzione industriale.
Il designer, in generale, ma questo vale anche nell’industria automobilistica, è certamente influenzato dal contesto sociale in cui vive, dall’economia del suo paese e quella mondiale, dalla cultura e dalle mode in voga, dai fatti storici, quindi dalla politica e naturalmente dall’evoluzione crescente della tecnologia. Soltanto così si comprendono i prodotti di design, quindi oltre a piccoli o grandi oggetti, anche le automobili o i mezzi di locomozione in generale. E non solo da questi aspetti, ma anche da altri ancora più complessi che tendono a frammentare, se non a dividere, l’idea dalla progettazione e questa dalla realizzazione. Molte attività specialistiche e professioni intervengono a rendere più difficile la vita del designer: persone preposte alla ricerca di mercato, specialisti di materiali nuovi e di nuove tecnologie, ingegneri e tecnici di produzione, ecc. ecc. Così l’automobile, come “oggetto di design”, non è più il risultato del solo designer, ma è quello di un gruppo di persone unite, ma anche con idee divergenti, che possono interrompere la realizzazione del progetto del designer.
Premesso questo, ma se ne potrebbe parlare molto a lungo, entro più in merito al design di carattere automobilistico. E’ abbastanza intuibile come le prime automobili fossero simile alle carrozze trainate dai cavalli. Anzi, le primissime, sembravano proprio dei semplici carri. Poi, come le carrozze, anche le automobili vennero abbellite e adattate alla ricca società del tempo, la sola che potesse permettersi questo tipo di mezzo di trasporto. Inizialmente queste auto-carrozza non avevano per esempio il paraurti o non avevano la capottina per ripararsi. Il designer, pian piano, capì l’esigenza estetica dell’auto, ma anche e soprattutto l’esigenza funzionale e pratica. Ben presto dovette adeguare la conformazione dell’automobile all’essere umano. La macchina non era fatta solo di involucro (la carrozzeria), ma aveva un motore che altre persone, con altre idee in testa, perfezionavano giorno dopo giorno, immaginando di poter realizzare mezzi capaci di essere sempre più veloci e di competere con altri simili. Ed è, a questo punto, che il designer iniziò a pensare quale fosse la posizione più comoda per guidare, se la macchina potesse portare altre persone comodamente, come poteva renderla esteticamente più veloce e nello stesso tempo più bella, ovviamente. Negli anni ’40 e a seguire, dopo la guerra, l’automobile rispecchia proprio l’uomo, quasi che sia l’automobile che abbia preso intorno all’essere umano una sua forma propria. Chi progetta le auto si adegua alle mode, alle idee del tempo, a quello che voleva la gente, che usciva fuori fa tempi cupi e dolorosi. Le auto diventano più belle e funzionali, più comode. Anche i colori si adeguano alla nuova epoca. I colori chiari, quelli pastello, danno luce e sobrietà all’auto. Le cromature lucenti, messe ovunque, la fanno sembrare più bella ed in effetti è proprio così. Sembra divenire l’oggetto del suo desiderio, come una donna. Si tiene luccicante, accessoriata in tutto, sempre efficiente. Nasce la rivista Quattroruote, non a caso. E non a caso, vicino all’auto del mese, c’è sempre una bella ragazza, in perfetta sintonia con l’auto: nei colori, nella moda, nell'eleganza. Il designer inventa un nuovo modo di andare scoperti e farsi vedere in auto: lo spider è la macchina di chi ama la libertà, dopo anni di ristrettezze; è l’auto per farsi piacere, i film anni ’50 e ’60 spesso fanno vedere questo, seppure velati di quel realismo, triste e amaro di una società che aveva voglia di reagire. In tutto il mondo è così: anche in America, i grandi macchinoni evidenziano ricchezza, potenza e talora pacchianaggine come sono soliti fare gli americani. Anche i colori delle loro auto sono più accesi. A noi, spesso ci piace copiarli.
E così potrei continuare delineando altri aspetti del design automobilistico fino ad arrivare ai giorni nostri. Evito di dilungarmi oltre. Sono d’accordo con le considerazioni di Eigi riguardo al fatto che le molti leggi per la sicurezza attiva e passiva e nondimeno quelle sul comfort hanno stravolto e messo in difficoltà le idee dei designer di auto, fino ad arrivare a realizzare automobili pressoché tutte uguali dovuto al fatto che la globalizzazione industriale ha appiattito le idee a favore della funzionalità e ai processi produttivi veloci. Sì, forse si sta assistendo ad un recupero dell’idea e del progetto del designer, ma è sicuro che i creatori di auto non sono solo degli architetti-carrozzieri, come poteva essere un tempo, ma devono essere anche degli ingegneri del motore per poter far fronte a sempre più pressanti esigenze ed evoluzioni tecnologiche. E non solo; devono anche essere ottimi avvocati che sappiano conoscere le mille e più leggi imposte e ottimi venditori del loro prodotto. Infatti, come strumento di comunicazione, il design “automobile” deve esprimere il pensiero del designer, nelle sue convinzioni su cosa sia più importante tra l’”oggetto” finale, l’utente, il processo di progettazione e la società tutta. E sicuramente non è un lavoro facile…….
Scusatemi ancora se mi sono troppo dilungato, ma questi sono parte delle mie semplici idee. Alberto
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E_428_FS
automodellantone
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Inserito il - 12/04/2012 : 12:13:28
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Aspettavo il tuo intervento! Per cui se ho inteso bene, attingendo dalle varie opinioni espresse: Un designer -sia di auto che di qualsiasi oggetto- potenzialmente può progettare ogni forma che è nel suo stile, per il qual motivo anche la linea di un'auto attuale l'avrebbero potuta concepire 50 anni fà. Però, sia per le tendenze e le aspettative del mercato, sia per limiti tecnologici che non rendevano attuabili alcune idee, sia per vincoli normativi che mutano nel tempo, ne scaturisce che ogni oggetto/auto è per così dire "figlio del suo tempo"...
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franciazzi
automodellandonissimo
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Inserito il - 12/04/2012 : 12:38:39
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Ma no, secondo me la linea di un'auto attuale nessuno l'avrebbe potuta concepire 50 anni fa: la linea attuale, anche supponendo che sia "figlia" di un'unica persona, il designer, in realtà è figlia del designer com'è in questo momento, non cinquant'anni fa ! Tu sei proprio uguale in tutto a com'eri 50 anni fa? O anche solo 10 anni fa? Tutto questo tempo non ha lasciato segni su di te e sei identico a dieci anni fa? O forse si è (in parte) modificata la tua sensibilità, le tue idee, magari anche (in parte) la tua scala di valori? La linea di un'auto azzarderei a dire che è SOLO figlia del suo tempo, il designer è solo il tramite, direi quasi l'ostetrico... Una qualunque auto a caso, vedrai che ti accorgerai che poteva essere pensata, progettata e commercializzata solo nel momento in cui è avvenuto, né cinque anni prima, né cinque anni dopo: e nei pochi casi in cui invece non è successo questo, vedrai che è stato di sicuro un bel fiasco: quante volte si dice: "quest'auto ha precorso troppo i tempi", "Il mercato non era pronto, non è stata capita" o al contrario "Un'auto nata già vecchia"
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ziotony
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Inserito il - 12/04/2012 : 12:42:34
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Io credo però che andrebbe fatta anche una distinzione: un conto è disegnare un protoripo per la produzione un conto è disegnare una Concept. La differenza sostanziale è che il designer può esprimere al meglio e più liberamente il suo stile disegnando un concept, non dovendo rispondere a vincoli tecnici e/o ai gusti della società in cui opera.
Fatta questa precisazione bisogna anche considerare che il designer stesso scresce e si evolve. I suoi disegni (di qualunque natura siano) saranno l'espressione si, della società in cui vivono (gusti del cliente o dell'utente finale ecc..) si, dell'evoluzione tecnica (limiti che la tecnologia riesce a superare, vincoli economici ecc) ma anche del proprio bagaglio di esperienze personali che cresce e si arricchisce col tempo. E' per questo che penso che Gandini negli anni sessanta non avrebbe potuto disegnare una Diablo...
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ziotony
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Inserito il - 12/04/2012 : 12:53:11
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| franciazzi ha scritto:
[...] Una qualunque auto a caso, vedrai che ti accorgerai che poteva essere pensata, progettata e commercializzata solo nel momento in cui è avvenuto, né cinque anni prima, né cinque anni dopo: e nei pochi casi in cui invece non è successo questo, vedrai che è stato di sicuro un bel fiasco: quante volte si dice: "quest'auto ha precorso troppo i tempi", "Il mercato non era pronto, non è stata capita" o al contrario "Un'auto nata già vecchia"
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perfettamente d'accordo...
provate a pensare a come avrebbero reagito negli anni sessanta se pininfarina avesse presentato una Enzo... (anche senza pensare che senza i materiali e la tecnologia di oggi sarebbe stata impossibile da realizzare)
probabilmente Ferrari lo avrebbe preso per matto e non gli avrebbe affidaro più un progetto
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Keep-all
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Inserito il - 12/04/2012 : 12:53:59
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Come idea in nuce, a mio parere, posso dirti di sì, ma è soltanto utopia. Il designer è un uomo che vive nella società e da questa prende spunto. Non può isolarsi. La sua idea nasce perchè il suo cervello vede, sente, percepisce, si relaziona con il mondo. Prendiamo un qualsiasi oggetto e non necessariamente l'automobile, che più di ogni altro diventa anche uno "status symbol" di precise epoche, di precise mode o tipi di società: ad esempio un vaso di fiori, tanto per dirne uno qualunque. Lo stile del designer non riesce a rimanere lo stesso, sempre. Come idea, si evolve comunque, anche involvendosi. Nell'arco della vita di molti artisti, come pittori o musicisti, il loro specifico stile è spesso cambiato, non del tutto stravolto, ma cambiato, pur magari rimanendo un qualcosa del proprio io.
Tornando al vaso di fiori, se creo l'idea di un certo tipo di vaso, trovandomi nelle regioni scandinave, mi viene naturale progettarlo in legno, perchè il legno è un materiale che più facilmente si adopera e a cui gli scandinavi sono più abituati a vedere. La forma potrà essere varia, perchè il legno dà questa possibilità. Ma se creo il vaso, trovandomi a Murano, in Italia, dove gli alberi sono pochi, mentre più facilmente si lavora il vetro, mi sarà più idoneo progettarlo con quel materiale. Ed essendo di lavorazione diversa dal legno, potrà assumere anche diversa forma e naturalmente colore. Ecco che l'idea di design applicata ad uno stesso oggetto può cambiare e non rimanere la stessa. E seppure rimanesse la stessa, darebbe un risultato diverso.
Alberto
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Keep-all
iperautomodellante
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Inserito il - 12/04/2012 : 13:05:24
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Mi sembra di percepire che, in generale, siamo d'accordo.
Soltanto se si potesse astrarre completamente l'idea, come se quella parte del cervello che la concepisce potesse essere isolata dalle altre parti ricettive, un designer potrebbe ideare l'oggetto in qualsiasi momento. Ma tutti apparteniamo ad un tempo preciso, a cui non ci possiamo sottrarre.
Ergo...... accatteteve la Tata!!
Alberto
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ziotony
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Inserito il - 12/04/2012 : 13:13:10
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| Keep-all ha scritto:
Soltanto se si potesse astrarre completamente l'idea, come se quella parte del cervello che la concepisce potesse essere isolata dalle altre parti ricettive, un designer potrebbe ideare l'oggetto in qualsiasi momento.
Alberto
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mmhhh un concetto molto azzardato...
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E_428_FS
automodellantone
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Inserito il - 12/04/2012 : 13:29:05
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Azzardato, ma secondo me rende l'idea... Nel senso che le capacità, l'intuizione, l'arte di un designer, ma potremmo anche dire di un artista nel suo campo, è capace di "produrre" qualsiasi opera secondo gli standard che gli sono congeniali, ma che tutte le afferenze dettate dalla propria storia personale, professionale e ambientale ne condizionano il risultato finale.
Un esempio poco attinente, ma che forse rende l'idea: Beethoven qualche secolo dopo sarebbe stata magari una "rockstar"... Oppure la musica rock è nata solo nel momento nel quale è stata recepita nella sua giusta connotazione.
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Giuseppe La mia "raccolta"
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Keep-all
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Inserito il - 12/04/2012 : 13:40:25
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| E_428_FS ha scritto: Un esempio poco attinente, ma che forse rende l'idea: Beethoven qualche secolo dopo sarebbe stata magari una "rockstar"... Oppure la musica rock è nata solo nel momento nel quale è stata recepita nella sua giusta connotazione.
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Esattamente! Per le sue idee, per le sue composizioni, avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere una rockstar. Assurdo, ma è così!
Pensa la sua musica poteva chiamarsi "Beat Oven"!!!...ah...ah...ah
Alberto
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eigi
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Inserito il - 12/04/2012 : 13:41:23
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Ci sarebbero diversi esempi anche "antichi" (uno fra tutti la Duesenberg Simone del 1939) ma per restare su esempi più conosciuti quando Gandini presentò, nel 1968, la Carabo questa non era certo figlia dei tempi ma li anticipava ampiamente, in un certo senso fissava una nuova "ora legale" del design automobilistico, dalla quale sarebbero poi derivate concettualmente tutta una serie di vetture, a partire dalla Lamborghini Countach.
Certo, come dice ziotony, questo si ritrova più che altro (se non esclusivamente) a livello di concept; per le vetture "normali" è molto più difficile non rimanere con i piedi per terra, cioè ben saldi ai tempi che si vivono al momento: come non ricordare, ad esempio, gli anni '50 in america quando alle auto spuntarono le pinne e i rostri ad ogiva!? Era un modo per ricordare e allo stesso tempo esorcizzare la Grande Guerra. O quando, sull'onda dell'entusiasmo per il dichiarato programma di conquista dello spazio, i designer americani si sbizzarrirono proponendo modelli che oggi fanno sorridere, e addirittura ipotizzando che il futuro dell'auto era rappresentato da una simil batmobile motorizzata da una turbina jet.
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ziotony
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Inserito il - 12/04/2012 : 15:37:09
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| eigi ha scritto: ... Certo, come dice ziotony, questo si ritrova più che altro (se non esclusivamente) a livello di concept; per le vetture "normali" è molto più difficile non rimanere con i piedi per terra, cioè ben saldi ai tempi che si vivono al momento...
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in fondo quando un designer si occupa di un prodotto da inserire sul mercato(quindi non un concept) deve rendere conto alle mode, ai gusti, alle richieste del committente... rimane un artista, ma al servizio del mercato, il suo prodotto deve esprimere il suo stile, i suoi "concetti", ma allo stesso tempo dev'essere vendibile, quindi apprezzato dalla massa... e come dice keep-all non è per niente un mestiere facile.
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frecciarossa
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Inserito il - 12/04/2012 : 15:44:57
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credo che i designer vadano in base alla tendenze del pubblico o del marcio produttore anche se come si è visto lo stile e la tecnica è mutata nel corso del tempo.. credo che Giugiaro come tanti altri ai tempi non abbiano avuto la concezione di tirare fuori modelli molto simili alle odierne.. basti pensare la Convair Bertone.. un concept di giorgietto che immaginava le auto del futuro... riassumendo secondo me mancava il concetto che è poi venuto fuori nel corso del tempo..
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eigi
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Inserito il - 12/04/2012 : 16:45:31
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Sicuro che il designer vada dietro alle tendenze piuttosto che crearle!? Diciamo che la sua bravura sta nel capire prima dell'utente cosa l'utente stesso avrebbe piacere di vedersi proporre, piuttosto che spiazzarlo completamente con proposte di rottura che però determinano il rischio di rigetto (vedi Multipla, Avantime, BMW by Bangle).
Il marcio produttore lo escluderei dal discorso
Il concept è appunto un concetto e il non vedere sulle strade la Corvair Testudo di Bertone non significa che quel concetto è morto nel momento stesso in cui è stato espresso sulla pedana di un autosalone: dalle concept nascono le auto che prendono forma nei decenni a seguire, nelle loro forme "concettuali", appunto. (Ciò avveniva in maggior misura in anni passati ma ancora oggi le proposte di stile hanno anche questa funzione).
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ziotony
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Inserito il - 12/04/2012 : 16:54:54
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| eigi ha scritto:
Sicuro che il designer vada dietro alle tendenze piuttosto che crearle!?...
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il punto è stato toccato da qualcuno nei post precedenti, il designer quando deve proporre un'idea per un'auto che andrà in produzione si rifà alle mode e ai gusti della clientela, però a volte non osano e così vediamo in giro molte auto che si somigliano, poi arriva il designer che rischia un po' di più e vediamo uscire l'Alfa 156 che avrà gran successo, ma anche la Renault Velsatis che sarà un flop...
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eigi
Amministratore
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Inserito il - 12/04/2012 : 18:03:58
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Si, è quello che dicevo nel proseguimento della frase da te quotata, ma è sempre il designer, nel bene e nel male, a proporre il nuovo che poi l'utente accetterà o meno: la maniglia "nascosta" della portiera posteriore (Alfa e Seat) o la "bocca spalancata" dell'Audi, o i fari che s'allungano verso l'abitacolo, solo per fare alcuni esempi, non sono elementi proposti dall'utenza ai quali i designer si assoggettano, bensì il contrario;
oltre a tutta una serie di proposte di stile che nascono solo grazie al progresso tecnologico: pensate solo a cosa è permesso fare ai designer oggi con la forma dei fari, grazie all'utilizzo dei led in luogo delle lampadine ad incandescenza. L'utente ha scoperto dell'esistenza di tale applicazione della moderna tecnologia solo con le prime proposte di stile che l'hanno presentata.
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Keep-all
iperautomodellante
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Inserito il - 12/04/2012 : 19:59:52
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La concept car, facendo riferimento a quanto da me detto nel primo intervento, è l'idea concepita, il progetto di questa realizzato soltanto come esempio di qualcosa a cui si vuole anelare, si vuole ottenere. Le automobili poste in commercio è la produzione del progetto. Spesso, tuttavia non accade, per vari motivi di cui sempre prima parlavo: c'è spesso la frammentazione dell'idea da parte di professionisti che pongono continuamente paletti alla realizzazione dell'opera.
| Diciamo che la sua bravura sta nel capire prima dell'utente cosa l'utente stesso avrebbe piacere di vedersi proporre |
Esattamente così, Alessandro. Lo sai, perchè anche tu sei un creativo Nel mio lavoro, che bene o male rispecchia a suo modo l'essere del designer, mi propongo sempre questo fine. Spesso vado oltre i desideri dell'utente e se questi è ancorato a proprie idee, il più delle volte conservatrici e standardizzate, sono costretto a rivedere la cosa, con mio grande dolore interiore. E' per me come se mi sentissi un incompreso.
Alberto
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Ubi major, minor cessat Le mie foto fatte in Croazia sono sempre QUI Ora , ci sono anche alcuni modellini della mia collezioneQUI in scala 1:43 ed anche QUI in scala 1:24. Verranno anche gli altri, ma sono timidi. |
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