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n/a
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Inserito il - 05/03/2011 : 20:37:43
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| edicolante ha scritto:
..........caro Alberto , l'argomento è interessante e molto presto vorrei pronunciarmi , ma tutto quanto sta accadendo in nord Africa mi rattrista al punto di distogliere la mia mente dalle cose leggere ..
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E no eh! OT Se ti sei intristito o rattristato abbastanza, torna a noi, please; che tanto in Africa le cose continueranno anche con la tua tristezza, sei più importante qui. Per esempio nikita chiede delle dritte e comunque il tuo parere è sempre interessante. L'unica cosa che personalmente potrebbe dispiacermi è la devastazione del museo del Cairo per il resto ognuno ha ciò che gli spetta. Credo che l'islam abbia fatto abbastanza danni ultimamente senza che tu ci pianga sopra. Quindi asciugati la lacrima e ritorna. ciao
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Modificato da - n/a in data 05/03/2011 20:40:06 |
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demepa52
automodellandonissimo
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Inserito il - 06/03/2011 : 16:13:18
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Che bei ricordi Sandro. Debbo ringraziarti non solo perché metti a conoscenza di tutti noi una parte del tuo passato ma anche perchè, proprio leggendo le tue "memorie", mi fai tornare alla mente alcuni momenti bellissimi, in qualche caso assopiti dal passare degli anni e dalle varie esperienze di vita. Proprio leggendo un tuo intervento, mi hai fatto riaffiorare dei bellissimi ricordi di quando passavo ore ed ore a giocare con le macchinine delle piste elettriche. Allora, primi anni sessanta, avevo ricevuto in dono per Natale una pista Policar. Oltre a me, ne erano i fortunati possessori, altri quattro miei amici più o meno tutti coetanei. Con loro, al sabato e dopo aver fatto i compiti, ci si riuniva a casa di uno o dell’altro e mettendo insieme i nostri pezzi, si montava un megacircuito sulla forma del quale, ogni volta nascevano discussioni su quante curve e quanti rettilinei dovesse avere. Il sabato si provava e la domenica pomeriggio si svolgeva la gara. Erano avvincenti sfide tra Cooper, BRM, Lotus, e Ferrari multicolori ed al termine della gara, per somma dei giri o dei tempi, si stilava una graduatoria. I primi tre si portavano a casa un po’ di giornaletti (Topolino, Grande Blek, Capitan Miki, ecc.) messi in palio per la gara, oltre alla convinzione, se vincitore soprattutto, di avere la macchinina migliore del lotto. Almeno per quella gara e su quel circuito. Si trattava proprio di un campionato articolato su più gare e su circuiti sempre diversi (dipendeva dal posto, da destinare alla pista, che si riusciva a ricavare tra sedie, poltrone, divani, tappeti, credenze, ecc.….). I tempi del giro più veloce li “decideva” un mio amico che aveva un orologio del papà con il contasecondi! Si tornava a casa, a sera, felici ed in alcuni casi, belli e pronti per essere messi dalla mamma nella vasca da bagno, perché con i calzoncini corti, le ginocchia soprattutto rivelavano il grado di pulizia di certi pavimenti…....
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vale61
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Inserito il - 07/03/2011 : 15:32:31
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La pista elettrica e' sempre stato il mio sogno ... solo che i soldi erano pochi ... e quindi niente pista ... pero' ogni tanto arrivava qulache Polytois 1/43 ... Matra, Alpine, Ferrari P5 ,Maserati,Chapparal,Mini Rally Montecarlo ... cavolo sono rimaste tutte a mio fratello Ciao Vale.
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n/a
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Inserito il - 07/03/2011 : 16:08:02
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| eigi ha scritto:
Che Polistil fosse l'antica Politoys, e ancora in origine APS Politoys, (e non Policar, Nazgul, che mi dici mai ) pensavo di non doverlo ricordare; la mia era ovviamente una battuta. Divenne Polistil per fatti legali, ma anche questo è noto.
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Da quello che so ma ovviamente non so tutto ... la Policar che faceva parte della APS Politoys ad un certo punto della sua vita continuò la produzione di slot con il marchio Polistil, per questo mi sono azzardato a scrivere " Polistil ex Policar", avrei dovuto forse spiegarmi meglio e non dare per scontato certe cose o altrui conoscenze. Se mi sbaglio, chiedo venia ma non credo. So che la Politoys divenne Polistil negli anni 70 e da quello che ho letto non so dove e non so quando, il motivo era per ovviare ad una assonanza/somiglianza con il marchio inglese Palitoy nato e noto già ai primi del secolo scorso per la produzione di giocattoli .... ma la carta si lascia scrivere.
Comunque ....
" Policar è (meglio dire 'era') un marchio della APS-Politoys fondata nel 1955 con sede a Milano in via Caio Mario 11/15. che successivamente cambierà ragione sociale in Polistil. La APS-Politoys-Polistil si metterà in mostra come il più grande produttore di giocattoli italiano fino a metà degli anni '80. " Preso da qua sotto http://www.policar.info/policar.60.asp
http://www.policar.info/policar.70.asp "Nel 1974 il marchio Policar, che fino a quel momento aveva contraddistinto la linea "slot", viene assimilato a Polistil e la produzione entra in una fase che vede la messa sul mercato di una serie poco attraente ….. " Preso da qua sopra
http://it.wikipedia.org/wiki/Slot_car http://www.policar.org/
ciao
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Modificato da - n/a in data 07/03/2011 16:29:33 |
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mgmidget
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Inserito il - 07/03/2011 : 18:56:48
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Sul cambiamento dei tempi, rovistando nelle vecchie foto di famiglia ho trovato queste, che, secondo me possono lasciare immaginare la dversa percezione dell'automobile negli ultimi 100 anni: queste intorno agli anni '20 (del secolo scorso, è ovvio) con mio nonno, mio padre e i suoi fratelli e una zia materna... e negli stessi anni mio padre al mare sul mezzo di trasporto usuale (non obsoleto) e una foto che tragicamente mostra la differenza sociale che c'era (da notare le espressioni dei bambini) me ne vergogno un po' oggi qualche anno dopo mio padre che gioca sul terrazzo di casa a Milano, mia madre sfollata durante la guerra con l'unico e raro mezzo di trasporto di allora e ancora un traffico con pedoni particolari... infine io, figlio dell'automobile, durante un pic nic con mio fratello: ancora il sabato si lavorava e restava la domenica per divertirsi, la macchina significava poter andare in campagna per noi cittadini (e probabilmente vice versa per chi abitava in campagna) Certo che Proust e Freud ci hanno ben rovinato con 'sta storia di rimestare nel passato eh!
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Sandro |
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Inserito il - 07/03/2011 : 19:43:13
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Che tempi i nostri tempi! Interessanti fotografie, Sandro. Fanno pensare e ricordare. Veramente un rimescolamento del "pentolone"!
Per non andare troppo fuori dall'argomento di questo topic, perchè non apriamo una discussione con foto del nostro passato, ovviamente con nostre fotografie? Meglio se sono foto che ritraggono le auto o altri mezzi dell'epoca, ma che possano dare un esempio del tempo che fu, del tempo a noi caro. Se qualcuno ha problemi di "privacy", o non posta o copre targhe e persone.
Vi piace l'idea? Alberto
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Ubi major, minor cessat Le mie foto fatte in Croazia sono sempre QUI Ora , ci sono anche alcuni modellini della mia collezioneQUI in scala 1:43 ed anche QUI in scala 1:24. Verranno anche gli altri, ma sono timidi. |
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Keep-all
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Inserito il - 07/03/2011 : 19:47:37
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La macchinina-giocattolo di tuo padre è fantastica. Se solo potessi averla ora, sarebbe un bel pezzo da collezione, oltre che un ricordo di famiglia!
Alberto
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Inserito il - 07/03/2011 : 21:18:52
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perchè caro Mg ti dovresti vergognare? .... che colpa hai tu se la tua famiglia era abbiente? Se c'è una colpa è quella di non informarci sulle vetture di tuo nonno, non hai idea di cosa siano? La prima sembra una Fiat e la seconda era proprio di lusso con la guida scoperta .... in quegli anni pure una 103 era un lusso, io mi ricordo la Balilla 1100 di mio padre e la prima 600 quella con i vetri scorrevoli, il primo tipo. Venivano guardate con una certa ammirazione ... Belle foto, non ti emoziona guardarle? Certo che condividerle ti fa onore.
Notte
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Modificato da - n/a in data 08/03/2011 08:45:25 |
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Inserito il - 07/03/2011 : 22:32:54
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Che spaccato di storia moderna!Quei due ragazzi si tengono la mano,segno che per loro non c'è nessun muro sociale a dividerli;perchè tu vuoi farti problemi? Sandro, di che colore era la 1100/103?
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mgmidget
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Inserito il - 07/03/2011 : 22:56:06
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xAlfa la 1100 103 era grigio topo, ricordo che quando era arrivata si faceva a gara tra noi fratelli per chi ne "avvistava" di più e chi ne vedeva una gridava "millecentonuova" che coll'andar del tempo e la fretta d'arrivare primi era diventato un trascinato "milesntouova"... A proposito della fotografia dei due bambini, se la guardi con attenzione e noti le espressioni dei bambini puoi leggere facilmente la situazione: lo stupore e la contentezza per l'avventura del bambino con la maglietta e della sottile diffidenza di mio padre per la "diversità". Forse comprensibile
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Sandro |
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sebloeb
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Inserito il - 07/03/2011 : 23:15:55
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io sono del 1967 e ho vissuto l'epoca di alcuni marchi gloriosi. quanti pomeriggi passati sul tavolo di cucina con la strada fatta con la farina..si' la farina la versavo sul tavolo e poi la distribuivo con la mano e facevo la strada,poi ci fu il periodo delle mollette dei panni,messe a delimitare la carreggiata,come guardrail,anche li' parcheggi incroci ecc...e facevo anche il rumore!!si con la bocca,uno spettacolo. sul terrazzo avevo un grosso largo e lungo muricciolo lo usavo come superstrada!!!pero' c'era il problema di alcuni pali della tettoia,dovevo mollare il modello per passare la mano dall'altra parte,ogni 3x2 gli assetti non erano il massimo e fischia di sotto nella chiostra!!ci feci anche un garage con i mattoncini lego incollati con il bostik!! lavori in corso e cioe' facevo proprio una buca la delimitavo con dei chiodini e ci passavo dello spago a mo di fettuccia. andatelo a dire ad un bimbo di oggi....di fa queste cose!!! scusate l ' o.t.
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mgmidget
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Inserito il - 07/03/2011 : 23:38:01
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secondo me non è un OT... al massimo il titolo della "discussione" è errato Seb marca con chiarezza il confine tra collezionisti e raccoglitori il gioco, l'aspetto ludico e non del possesso e visto che di aneddoti son prodigo (anche troppo ok) ricordo che il mio bimbo, avrà avuto allora sette/otto anni, a cui certo non erano mancate Majorette, Lego e Playmobil un giorno che eravamo in campagna nel Monferrato a casa di mio fratello era senza giocattoli. Ma non ha avuto nessun problema si era costruito un wind surf con legnetti e foglie di fico... Almeno a giocare sono riuscito ad insegnarglielo Come quando per le Majorette facevamo plastici quando eravamo al mare. Base in cartone o masonite/fondo di cassette di frutta ottenute in cucina, strade e piste raccogliendo terra rossa dei tennis, sabbia dalla spiaggia e terra e sassi incollati col vinavil e legnetti e sassi più grandi per rocce e alberi... lui si divertiva e io... pure.
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Sandro |
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Inserito il - 08/03/2011 : 08:54:44
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Credo che fino alla fine degli anni '60 in Italia ma anche altrove, ci fosse una netta differenza tra la medio alta borghesia e quello che stava sotto o sopra. Mi ricordo che ero piccino ed avevo un amico che ora non c’è più che un giorno mi disse che aveva una malattia ... ho talmente insistito per sapere di cosa si trattasse, visto che lo vedevo sano come un pesce, che dopo un po’se ne uscì: “io sono povero”. Non so che cavolo gli avessero detto i suoi. Come vedi la cosa mi è rimasta incisa nel mio eburneo cranio dopo tanti ma tanti anni. Di buono mi ha insegnato un po’ di umiltà, anche se non sembra.
Ciao.
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mgmidget
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Inserito il - 09/03/2011 : 16:17:51
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EPPUR SI MUOVONO - atto secondo (e ultimo) Era l’epoca in cui i fiori sbocciano e i professori bocciano. Ai professori rispondevo con bienni e per il resto mi godevo codesto stato soave. Avevo il motorino. Dopo che lo aveva voluto mio fratello maggiore, lo aveva ottenuto col suo tipico metodo da schiaccia-sassi il mio secondo fratello, così che io me lo ero ritrovato bello che pronto. Certo era un Motom 4 tempi /bicicletta da donna, ma da quello l’upgrading non era stato difficoltoso. Ero stato al mio primo concerto pop dal vivo al Vigorelli, una band che non era niente male, i Beatles. Ma soprattutto avevo scoperto l’amore e i suoi derivati di assoluto piacere. Più che altro avevo finalmente scoperto i derivati. Così vagavo per la città, quando potevo mi dedicavo ai derivati, ma se no dribblati compiti e cose del genere mi riversavo in via Whasington al “Centro”. Come in tutti centri del mondo, a poco a poco si era cretao un gruppo. Socialmente eterogeneo: ragzzini come me, adulti i più disparati e/o disperati, ricchi veri e finti, poveri veri e finti. Qualcuno, il nome lo ricordo ma lo ometto, che pur avendo una bellissima fidanzata, si concedeva qualche alternativa. Anche giocando sul fascino indiscutibile di una GTB argento. Una volta capitò che mentre aveva posteggiato la macchina fuori da una certa casa, di lì passasse la fidanzata ufficilae con la sua 500 e, nessuno ha mai dato una spiegazione esaustiva, avendo le chiavi di entrambe le macchine, lasciò la 500 e prese la Ferrari. Sulla faccia di G. ci ridemmo per sere intere. Poi c’era F., finalmente anche lui era arrivato a potersi permettere una Ferrari, una Dino. Quando era andato ad ordinarla, sentendosi l’Aga Khan, aveva chiesto di poter scegliere il colore direttamente a Maranello. Forse immaginava che il Drake in persona gli avrebbe illustrato personalmente le tonalità e che Mike Parkes gli avrebbe dato qualche consiglio di guida. Invece attese nella saletta d’aspetto fino a che un solerte impiegato gli portò la medesima mazzetta di colori che avrebbe potuto vedere a Milano, e gli chiese di scegliere, cortesemente ringraziò e lo salutò. Altre risate. Ma intanto le attività agonistiche proseguivano. Finalmente la prima gara ufficiale: il trofeo Boccafogli (sic). Trofeo che orgogliosamente riportai a casa con la mia Lotus 40 ridipinta (orrida cosa con gli occhi di oggi) con i colori del “Winner’sTeam”. Scuderia fondata da Mario, Dado e me. Da qualche parte devo ancora avere la foto di rito finale, con me che navigo in una maglietta troppo grande rubata a un fratello. Altra vittoria fantastica l’avevo ottenuta con la Lancia Ferrari. Un semplice trapianto di un telaio e motore 1/24 era bastato a sbaragliare il campo avversario… Ma feci anche carriera diventando pilota ufficiale del “Noe Racing Team” #61514; Noe era, ora ha chiuso da una ventina d’anni, uno dei più bei negozi di giocattoli di Milano, dove si trovava davvero di tutto. Pe rincrementare anche questo settore aveva deciso fare la squadra. Così avevo quarto d’ora pagati, assistenza tecnica gratuita e macchine a disposizione in cambio dello scudetto blu ricamato in oro da portare durante le gare. Fantastico. Nel frattempo era il periodo delle Cucaracha, orridi mostri di fantasia ma con un telaio impagabile, era cominciata l’era del Moum un misterioso liquido che impregnando le gomme spugnose aumentava di molto la loro tenuta e che induceva a frettolosi pit stop. Si “girava” ci si fermava, si chiacchierava giocando a tirar tardi il più possibile. Tra le conoscenze ormai perse di vista è nata comunque un’amicizia che ancora dura, praticamente fraterna con Maurizio C. Tra le varie gare che in quel momento di grande entusiasmo si pensavano, venne l’idea di fare una 24 ore. Nelle ore diurne vera gara, in quelle notturne solo turni di “regolarità”, bisognava essere in pista almeno per 15 minuti ogni ora. Tra i partecipanti si erano iscritti anche Andrea De Adamich con la futura moglie Donatella, dei quali – faccia come il bronzo – ero diventato amico e Crepaldi, allora rappresantante di Ferrari per il nord Italia. Piccolo problema diplomatico: De Adamich era sotto contratto Alfa Romeo e avrebbe potuto alimentare strane voci una contiguità con Ferrari. Così io corsi in due squadre contemporaneamente. Erano momenti d’oro e così fummo invitati a visitare la Pista di Balocco appena aperta. Omaggio della Politoys l’appena uscita o quasi Giulia Gt con cofani e portiere apribili (n° 500 se la memoria non mi inganna, ma non chiedetemi di verificare ora). Ricordo i giri di pista, credo in un maggio caldo, con i collaudatori scatenati che mi mostrarono come potevano dare colpi di sterzo improvvisi in piana velocità, senza che la vettura cambiasse direzione. Una bella emozione! Quasi come quella di qualche anno dopo, in vacanza invernale all’Isola d’Elba dove ebbi il “fortuna” di fare l’autostop a una Fulvia ufficiale in ricognizione. Molte volte allora e dopo ho fatto la strada che da Cavoli porta a Marina di Campo, ma come quella volta mai. Certo non tirava davvero, ne sono sicuro, ma comunque il suo “porco” effetto lo faceva eccome. Ma i ricchi si sa non sanno giocare se non con i soldi, così quello che era un gioco alla portata di tutti cominciò a divenire proibitivo. Soprattutto il puntiglio di due personaggi (uno quello della Dino, l’altro il proprietario di una starconosciuta azienda che produceva e produce, credo, diluenti) portò ad esasperare la sfida. Comparvero ingegneri svizzeri incaricati di “elaborare” i Mabuchi (i motori elettrici), importazioni di pezzi direttamente dall’America e così via in un’escalation che alla fine ha ucciso tutto. O almeno quel bel gruppo di sciammannati, lasciando come effetto collaterale la nascita di piccole industrie artigiane che “fabbricavano” raffinatissimi telai made in Italy, ma io a quel punto seguivo più una passione alternativa… data la mia età. L’ultimo atto di quell’epoca lo daterei nel novembre del 1966. Dopo molto parlarne si era finalmente stabilita una sfida tra Milano e Roma. Così una bel la mattina, tutti su un torpedone i migliori elementi alla volta di Roma. Sotto la pioggia. Arrivati a Firenze ci dicono che non si può passare, l’acqua arriva ai semafori… figurati! Pensavamo ci stessero prendendo in giro… figurati, noi milanesi (sbruffoni) e abituati a ben altre piogge… che sarà mai. Per giove andiamo avanti! Il bravo autista trovo una rotta alternativa per arrivare a Roma. Arrivammo a tarda sera in albergo. Ci si sistemammo in albergo e accendemmo la TV. Era davvero un’alluvione. L’alluvione di Firenze. Breve consiglio di “famiglia” e trovato un volo di notte tornammo a casa senza un solo giro di pista a Roma. Ma finalmente avevo avuto il mio battesimo dell’aria. L’alluvione poi è storia, ha cambiato molto a molti se non a tutti, sicuramente a me. PS Dei ricordi racconto solo le cose belle, ma ce ne sono state anche di meno belle, volutamente omesse per non sciupare il momento di gioco PS2 Le immagini devo recuperarle… poi le posterò
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Modificato da - mgmidget in data 09/03/2011 16:19:28 |
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Sandro |
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nikita
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Inserito il - 09/03/2011 : 17:04:16
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Sandro, leggo con tanto interessa le tue storie, ricordi e scrivi molto bene.
@nazgul: | Nazgul ha scritto: Per esempio nikita chiede delle dritte e comunque il tuo parere è sempre interessante.
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Sono citato ? Che vuol dire ? non ho capito che cosa voglia dire ???
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mgmidget
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Inserito il - 09/03/2011 : 19:30:07
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ma non chiedermi una versione in francese, eheh
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Sandro |
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Inserito il - 09/03/2011 : 21:49:40
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Quante emozioni,Sandro.Sai,io la pista a due/quattro corsie mi è capitato di vederle in qualche film in bianco e nero;dal vero mai,da piccolo.Recentemente,ne avevano montata una alla mosra scambio di auto d'epoca che si tiene qua ad Arezzo;ma era roba nuova,non dell'epoca.Pero' è ben chiaro,da tuoi racconti,l'importanza,la passione,l'emozione che suscitava l'automobile e come si trasmetteva alle riproduzioni in miniatura.La Giulia Gt Politoys M avuta in omaggio è quella rossa che si vede nel topic della tua collezione,nella decima foto dedicate alle Alfa, seminascota dietro un pilastro biancorosso?
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Inserito il - 10/03/2011 : 08:58:17
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| nikita ha scritto:
@nazgul: | Nazgul ha scritto: Per esempio nikita chiede delle dritte e comunque il tuo parere è sempre interessante.
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Sono citato ? Che vuol dire ? non ho capito che cosa voglia dire ???
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Ciao nikita ti ho tirato in ballo rivolgendomi a A.M.E.N, che sempre sia lodato ... .... dopo aver letto che non interveniva attivamente nelle discussioni di AM perché molto occupato ad essere molto preoccupato per i fatti nordafricani dei giorni scorsi, probabilmente temendo sbarchi nella riviera di levante. Quindi l’ho invitato, dolcemente e con il massimo tatto e rispetto possibile, in dotazione ad uno spettro, a ritornare tra i mortali dato che normalmente ciò che dice o quando menziona i suoi di ricordi, almeno a mio modestissimo avviso, è interessante e di aiuto per molti.
A questo proposito per avvalorare le mie richieste ho fatto un esempio e ti ho tirato in ballo, visto che ti ponevi quesiti sul 615 pel di carota made in Mechico . Ecco spiegato l’arcano. Perdonato? bye
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Inserito il - 10/03/2011 : 10:19:17
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per me il mondo delle macchinine l'ha ucciso i giochi elettronici
le ditte di macchinine la globalizzazione e globalmente la crisi della manifattura in occidente...
Infatti basta vedere come welly e hongwheels stanno piano piano sfornando dei bei modellini a prezzi molto bassi..
inoltre ci sono stati problemi interni alle famiglie in mano ai padri-padroni che ne hanno impedito l'evoluzione dell'azienda o una ristrutturazione...
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Inserito il - 10/03/2011 : 11:14:14
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Si, i giochi elettronici hanno gran parte della colpa nell'aver allontanato i bambini e poi ragazzi, dalle macchinine, e questo si si ripercuote sulla consocenza dei bambini-ragazzi sulle auto vere. Un esempio. Andate ad un raduno di auto d'epoca misto, uno di livello medio, (non tipo Villa d'Este, ma nemmeno Cortile del Demolitore,come purtroppo troppo spesso accade) Vedrete il papà che trascina il pargolo, tra le auto, e il piccolo sarà intento a fare tutto, tranne guardare le vetture. Al massimo potrà dare un'occhiata ad una Ferrari, sempre che sia rossa. La conoscenza e la passione si ripercuoterà poi sulla scelta da adulto. Un bimbo disinteressato di oggi, sarà il cliente Sang Yong o Kia di domani, semplicemente perchè guarderanno l'auto solo come un elettrodomestico, un mezzo di trasporto e non gli interesserà di certo collezionare in scala, oggetti sconosciuti. E chi di noi, farebbe mai collezione di modellini di frigoriferi, o lavatrici?
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