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Lancia1971
automodellandonissimo
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Inserito il - 02/02/2013 : 22:56:03
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Disegnata da Piero Castagnero, artefice anche della più attraente versione coupè, la Fulvia berlina fu presentata nel 1963 sostituendo l'Appia 3°serie. A fronte di una linea a 3 volumi molto squadrata e poco attraente (la sagoma assomigliava a due trapezi, uno grande e uno più piccolo sovrapposti tra loro), aveva una meccanica moderna. Seconda Lancia a trazione anteriore, montava un 1091cc V4 ad angolo stretto (12°) da 58CV e 138 km/h di velocità massima, con distribuzione bialbero in testa e bilancieri, sistema frenante a 4 dischi, un telaietto ausiliario che ancorava la sospensione anteriore a ruote indipendenti, il gruppo motore-cambio (a 4 marce con leva al volante). Retrotreno ad assale rigido. Non era bella, ma comoda, con ottima tenuta di strada e ben costruita si... eccome se lo era. Una delle lamentele degli utenti fu la bassa prestazionalità della vettura: la Lancia corse ai ripari già l'anno successivo con la versione 2C (la più venduta delle Fulvia berlina) che affiancò, senza sostituirla, la 1C. Tale versione montava due carburatori doppio corpo orizzontali, 71 CV di potenza e 145 km/h di velocità massima. Riconoscibile all'esterno dalla sigla "Fulvia 2C" posta nello specchio di coda e sulla calandra, assenza dei rostri paraurti e all'interno dal contagiri meccanico. Nel 1967, la 2C venne affiancata dalla versione GT: 1216cc (preso dal coupè nato due anni prima), 80CV e 152 km/h. L'anno successivo, nasce la Fulvia GTE: 1298cc, 87CV e 152 km/h. Esternamente, apposite sigle identificative, coprimozzi di nuovo disegno che anticipavano quelli della 2° serie. Sino ad allora, tutte le versioni rimasero a listino, ma la 1C praticamente non era più richiesta: non fu infrequente a Chivasso la conversione di molte Fulvia 1C in 2C. Nel 1969 la vettura, presentata al Salone di Torino, venne profondamente ristilizzata: nuovi frontale e coda con lamierati di nuovo disegno, coprimozzi della vecchia GTE, ridisegnati i gruppi ottici posteriori racchiusi in una sottile cornice cromata a tutto perimetro dello specchio di coda, nuova mascherina anteriore con fari allo iodio e nuove targhette identificative posteriori in plastica (come lo scudetto aneriore). All'interno, nuova plancia con strumenti e disegno del volante delle 2000 di lì a poco a venire (ma già pronte in quell'anno), nuovi sedili e pannelli porta. Meccanicamente, venne montato l'alternatore, il motore era il 1298 della precedente GTE parzialmente rivisto, con 87 CV, cambio con leva a cloche. Sempre in quel periodo, Lancia venne acquistata da FIAT e alcuni particolari di questa nuova Fulvia (tappetini in gomma, targhette in plastica e assenza dei copricavi nell'impianto elettrico, ecc...) delusero i puristi del marchio accusando che la Fiat avrebbe messo le mani (in senso negativo) sul modello in questione. Lo scudetto anteriore in plastica, era lo stesso del coupè 1,6 HF, montato per contribuire alla riduzione del peso, cudetto poi metallico sulle Fulvia dal '70 al '72. Esattamente l'anno dopo, la Fulvia era disponibile anche col cambio a 5 marce (5m), distinguibile dallo specchietto retrovisore esterno di serie. Da quell'anno le targhette LANCIA a sinistra e FULVIA a destra, attraversate da una linea al centro, vennero sostituite da due targhette cromate in stile 2000. Le prime normative ulle emissioni, "tolsero" 2CV di potenza alle Fulvia berlina '69. Uscì dai listini alla fine del 1972, rimpiazzata inizialmente dalla Beta berlina nella versione 1400 e integralmente dalla Delta nel 1979.
Esemplari prodotti della berlina: 192.097
Fonte: alessiosiria, wikipedia, Tutte le Lancia ed. Domus.
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giovanni2366
automodellante
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Inserito il - 26/02/2013 : 23:46:18
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Voglio onorare la tua discussione ricordando con piacere la splendida Fulvia II serie del 1972 che appartenne a mio a padre e che fu , in sostanza, l' auto della mia infanzia.
Oltretutto, fu l' auto con la quale, ancora dodicenne, imparai a guidare nelle solitarie strade della campagna Monteclarense, ove andavamo a far visita ai nonni materni.
Ricordo nitidamente la guida morbida, precisa, ed il crescendo del V4 che intonava i suoi regimi; silenzioso e gentile , ma potente e deciso.
Era Blu Lord , con un trionfo di cromature che spiccavano nella linea certamente non proprio slanciata, ma molto elegante.
E a quest' auto vanno , ancora oggi, tutti i ringraziamenti possibili per aver trasportato sana e salva una famiglia con 3 bimbi piccoli in tutti i viaggi percorsi insieme.
Mi auguro che la nostra industria nazionale possa rivedere i fasti di un tempo.
Un saluto !
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