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eigi
Amministratore
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Inserito il - 24/02/2012 : 15:27:29
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Ecco cosa mi ha spinto a farlo ...
"Quando presi coscienza di cosa significava collezionare modellini alcuni uomini erano appena stati sulla Luna, e molti altri sicuramente a Woodstock.
Di lì a pochi anni il mondo cambiò veramente ma non per merito della scienza, ne' dello spettacolo, bensì per effetto della guerra del petrolio.
Gli anni del boom economico, tanto grande quanto falso, erano tristemente finiti e imprigionati nelle domeniche vietate alla circolazione degli automezzi, alla chiusura anticipata dei cinema e delle trasmissioni televisive, e al risparmio energetico generalizzato.
Anche i modellini cambiarono e divennero più semplici, più giocattolosi si dice oggi, me ne resi conto guardando quelli che oggi sono gli attuali, agognati, obsoleti e che, fortunatamente, erano ancora tra i miei compagni di giochi preferiti.
Non poteva essere diversamente essendo nato figlio di un meccanico che mi aveva, evidentemente, passato geni automobilistici che avevano preso il sopravvento su ogni altro interesse, fin dai miei primi giorni di vita.
Ogni aspetto che potesse avere a che fare con qualcosa che si muovesse sulla terra spinto da un propulsore, e che avanzasse sospeso su ruote o simili, era per me un'attrazione irresistibile; con una netta preferenza tuttavia per le automobili e le motociclette. Di ogni fatta e specie.
Non era come oggi che i ragazzini hanno mille giochi e molti di essi virtuali.
Io avevo le macchinine, le piste elettriche, il trenino e ben poco d'altro.
Cosa c'era di meglio che giocare con le copie quarantatrè volte più piccole delle auto che vedevo sfrecciare o sbuffare per le strade guidate dai grandi, sia stata essa una Ferrari piuttosto che una Topolino? E cosa poteva darmi più gioia che ricreare con esse le scene di ipotetiche gare, o più semplici e spettacolari incidenti, lanciando i modellini lungo il corridoio di casa o simulando manovre di parcheggio e scontri, come li chiamavo allora, per incroci passati senza rispettare la precedenza?
Con la pista elettrica, la Policar, ci giocavo appena mia madre mi permetteva di montarla, ogni volta una lotta. Nei sogni, quelli a occhi aperti, c'era la Scalextric, poi uno zio viaggiatore mi regalò una Aurora, la Policar dei bambini yanCHee; purtroppo smise di funzionare dopo poco e fu impossibile trovare i ricambi.
Il trenino, Rivarossi, era del babbo e quindi intoccabile; salvo vederlo sbuffare una domenica ogni tanto quando il Grande Vecchio attrezzava il salone con il grande tavolo 3 metri per 2 con gambe a scomparsa sul quale viaggiavano due treni in contemporanea.
Poi c'erano i giochi di contorno e fra questi i preferiti erano i soldatini che erano i miei amici dell'estate al mare, tra le dune di sabbia, le trincee, i castelli di sabbia bagnata e i Panzer che avanzavano sparando palle distruttrici; le macchinine nella sabbia si sarebbero rovinate e avrei rischiato di perderle, i soldatini di plastica, comprati a buste dal giornalaio, erano per me, sebbene affascinanti, giochi stagionali a fondo perduto; ero troppo pacifista per frequentarli tutto l'anno!
Ecco, dicevo, presi coscienza di cosa significava collezionare modellini e cominciai così a distinguere sugli scaffali della mia cameretta i modelli più “importanti” (alcuni son riuscito a distanza di decenni a ricomprarli), i Dinky Toys, i Corgi Toys, la serie M della Politoys e così via, dai più semplici modellini che cominciavano a fare capolino nei negozi e che purtroppo non avevano più interni in vellutino, sette aperture, fari strass e pneumatici in gomma ma aperture limitate, interni semplificati, fari in plastica e, cosa peggiore fra tutte, ruote fuse in un sol pezzo in plastica, spesso con disegno del cerchio orribile e uguale per modelli diversi; le tristemente famose “ruote veloci”.
Ricordo che tra le ruote veloci le uniche che ancora oggi sono bellissime a vedersi sono le Sputafuoco della Mattel-Mebetoys; ma forse perchè nascevano, si, per essere lanciate su una pista però avevano carrozzerie con tante aperture e qualità di dettagli degne di un buon die-cast di livello (erano del resto delle Mebetoys della serie A in versione bruciapista). Ero letteralmente innamorato della Ferrari Can-Am di quella serie che avevo affiancato all'altrettanto bella 512S Pininfarina; e la Miura rosso cangiante faceva parte del poker di Miura che troneggiava al centro di uno dei ripiani della libreria: EdilToys, Politoys, Mebetoys, Mattel-Mebetoys, una visione!
... nel frattempo montavo e smontavo la Policar, modificavo le slot, inventavo circuiti; fino a creare un mostro con due motori … che poi corresse meno dell'originale è un dettaglio trascurabile! ...
Poi arrivarono le grandi scale; la Politoys con le 1:25 della serie M e S, Carabo, Scarabeo, Abarth 2000 (le ho ricomprate tutte) ecc., la Martoys poi Burago, e ancora le meteore della Edison Giocattoli conosciute come Shocking Line in scala 1:20 con luci e cerchi smontabili (anche di queste ne ho ricomprata una, l'Alfa Romo 33TT3) e tanti altri marchi stranieri.
Intanto i modellini in 1:43 crescevano di numero e ad essi si affiancavano le piccole Matchbox e Majorette comprate quasi giornalmente; gli amici spendevano i pochi soldi della paghetta per la merenda o per il giornalino mentre io entravo all'emporio, così si chiamava allora il negozio che vendeva un po' di tutto, e compravo il blister della Majorette ... poi leggevo il giornalino di Paolo e davo un morso alla merenda di Fabio!
Ed iniziai con i kit, quelli in plastica della Tamiya, della Revell, della Heller e della Protar, alla quale attingevo in particolar modo per le motociclette ma della quale ricordo di essermi avventurato nel montaggio di una stupenda Ferrari 312B con particolari incredibili quali addirittura pistoni, bielle e albero motore “funzionanti”; l'avventura fu generata dall'assenza dei fogli delle istruzioni per il montaggio!!
... la Policar intanto subiva continui ritocchi e modifiche, allungamenti di tracciato, vetture nuove, tentativi di slot a trazione anteriore e altre diavolerie varie ...
Arrivarono i kit in metallo; dapprima i più semplici Solido, praticamente dei die-cast smontati da rimontare, poi i primi kit “veri” dei quali uno è ancora oggi con me, un semplice Yaxon che montai così come “scatola l'aveva fatto”, cioè senza apportare alcuna miglioria, e ce ne sarebbero volute molte, un ostico John Day, i primi kit in assoluto, fino a qualche BBR e un Tameo in tempi meno lontani.
Poi vennero le 1:18 e la Camargue della Burago fu la prima che comprai all'emporio della piazza di Ladispoli, località balneare dove passavo le vacanze estive; nella sua confezione stile scrivania con portabiglietti da visita - così era venduto il primo esemplare uscito - color oro metallizzato il modello, oggi molto ben quotato. Uno dei modelli della mia corposa collezione smarrita che son riuscito a ricomprare oggi, seppur in versione meno pregiata, tentando di recuperare parte della mia storia.
Cambiavano i tempi e con essi anche i modellini che diventavano prima più semplici e, spesso, meno curati, accattivanti e con meno aperture, poi sempre più grandi e con dettagli mai visti prima nei modelli più piccoli, anche se dall'aspetto sempre più vicino al giocattolo che non all'automodello. La costante di tutta la storia fu comunque sempre la passione originaria per i modellini in scala 1:43 che era, ed oggi nuovamente è, il centro del mio mondo collezionistico.
Arrivarono quindi tempi diversi, interessi nuovi, e poi le donne, il lavoro, i problemi, la vita adulta insomma, e tutto venne chiuso in un cassetto.
Un cassetto che purtroppo quando fu riaperto si mostrò desolatamente vuoto, o quasi. Solo pochi, meno di dieci pezzi fra i cento e cento, erano rimasti con me e nessuno dei più cari, al cuore e alla tasca.
Qualche sporadico acquisto di piccolo conto e di scarso valore ogni tanto “accadeva” ma nulla di serio e di continuo, come fossero lampi di luce nel buio, attimi di presenza di un pensiero comatoso. Poi, alcuni anni fa, complice l'inizio di una raccolta di modellini da edicola, sono rientrato nel mondo che lasciai così colpevolmente e da allora la mia passione è sbocciata nuovamente e ancor più intensa, anche perchè più consapevole.
Oggi tento di ricomporre, almeno in parte, la mia collezione smarrita e contemporaneamente ne costituisco una nuova fatta di modellini più moderni ma che abbiano un'anima, un filo che li leghi filosoficamente agli obsoleti di allora, ai quali affianco modellini che acquisto più semplicemente perchè mi piacciono, perchè sono vetture a me gradite o modellini che mi colpiscono per qualche particolarità o che ritengo abbiano una qualità superiore alla media. Comunque sia e qualunque sia il modellino, che segua o meno un filo conduttore unico, un tema principale, una collezione specifica, l'importante è che mi doni un'emozione, così come me ne donavano quelli che facevo sfrecciare lungo il corridoio della casa “dei nonni e dei nipoti”.
Perchè so che può far sorridere chi non riesce a staccarsi da terra neanche una volta nella propria vita neanche per un centimetro, chi è fermamente convinto che ogni età abbia i suoi doveri e che i giocattoli rientrino nei diritti dei soli bambini, chi è certo che confondere l'essere serio con l'essere omologato non sia atteggiamento che gli appartenga. Perchè so che molta gente non conosce l'importanza del giocattolo e altrettanta non ha il coraggio di manifestare il proprio interesse per esso.
Io non me ne vergogno e lo dichiaro, sono felice di provare ancora oggi certe sensazioni e di non volerle nascondere. Perchè sono parte della mia vita trascorsa, delle mie giornate di bambino e di ragazzo, hanno fatto lavorare il mio cervello, l'hanno mantenuto vivo, stimolato, incuriosito, hanno creato occasioni di aggregazione con altri bambini e anche, perchè no, di litigi, di gioco con i miei fratelli, di interesse comune con mio padre, di lotte continue con mia madre che non capiva quanto io ci tenessi, di scuola pratica della manualità fatta sul campo montando e smontando migliaia di pezzi, modificando e scambiando parti, inventando cose nuove, anche assurde, ma vive e piene di inventiva. Fanno tutt'ora parte del bagaglio dei miei ricordi quindi fanno parte di me come il giorno della prima comunione, il primo amore, il matrimonio, il figlio e tutte le altre gioie e i dolori della mia vita. Perchè sono in me, sono quindi parte di me.
Ecco perchè non sono solo modellini"
... è in costruzione, spero di fare un buon lavoro http://nonsolomodellini.jimdo.com/
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ronnie
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Inserito il - 24/02/2012 : 17:06:25
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Bel racconto Alessandro, a tratti divertente a tratti...commovente e mentre leggevo immaginavo e un po' tornavo bambino anche se io da piccolo...non ho mai collezionato modellini, le corse le facevo ritagliando le F1 dagli autosprint degli anni settanta.( Indovina un po' chi finiva per vincere?) Ne è proprio valsa la pena leggere il tuo BEL racconto, mi raccomando...non "crescere" mai!!! Un abbraccio!!!
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Inserito il - 24/02/2012 : 17:55:12
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Che dirti Alessandro..ho letto 2 volte il tuo splendido racconto, mi ha emozionato perchè ho rivissuto le esperienze passate: la Majorette che mi comprava, dalla Edda, ogni venerdì mia nonna quando trnavamo da mercato..la scelta delle macchinine da portare in montagna e il loro posizionamento molto accurato nella scatoletta preposta (le "rollavo" in pezzi di panno perchè odiavo quando si chippavano), gli incidenti, le fughe dalla polizia, i parcheggi, le sgommate, i traversi.. il primo e unico camion majorette regalatomi da mio papà ( che ora non c'è piu' ma ogni tanto la motrice la tengo ancora tra le mani...e ripenso a lui)... sono gioie che molto difficilmente i bambini di adesso provano, immersi nelle loro playstation o con pupazzetti dalle forme improbabili e nomi assurdi.. A 32 anni ogni tanto una sgommata con la macchinina di turno non me la perdo..mi brillano gli occhi quando vedo un modellino che ho avuto e sono felice quando, nel silenzio del mio box, smodello (utilizzo questo termine con i miei amici quando sono intento in qualche lavoretto dei miei). Il modellismo e le "macchinine" non sono solo un gioco, personalmente mi hanno aiutato in un paio di periodi buii, quando non avevo voglia di niente e nessuno.. hanno ripulito e occupato la mia mente per non pensare alle disavventure occorse Infine le "macchinine" (non vogliatemene ma chiamarle così vuole essere un vezzeggiativo) mi hanno fatto conoscere tutti voi, un'allegra compagnia col quale confrontarsi, scherzare e imparare..
non cresceremo mai....è questo il bello! e io ne sono felice!
W LE MACCHININE, DI QUALSIASI MARCA, MODELLO, COLORE E DIMENSIONE!!!!
e W tutti noi!!!!
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santo
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Inserito il - 24/02/2012 : 19:10:14
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Grazie per aver scritto in un certo senso anche la mia vita Mi hai riportato ad essere bambino ,ragazzo,mi hai fatto ricordare amici,amori,persone che non ci sono piu'. Grazie per avermi fatto piangere Grazie Grazie Grazie
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modellista/collezionista: si definisce colui o colei che senza scrupoli pur di impossessarsi di un modellino lo strapperebbe di mano ad un bambino per due motivi, il primo si chiama istinto primordiale il secondo è perchè ci vuole giocare lui!!!
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ale27
automodellandonissimo
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Inserito il - 24/02/2012 : 19:47:24
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Bellissima storia. Credo che alla fine chi per un motivo chi per un altro ci rivediamo tutti nel tuo racconto molto molto bello
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GILLES 27 FOR EVER |
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n/a
deleted
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Inserito il - 24/02/2012 : 20:18:55
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cari amici,avendo perso il mio papà da pochissimi mesi,quando guardo le macchinine compagne di tanti giochi,inevitabilmente la mia memoria si concentra su di lui,la figura piu importante della mia vita,grazie a lui ho imparato (guardando il fondino delle macchinine)cosa era una balestra,una marmitta,la coppa dell'olio,ecc ecc...mi ricordano quando giocavamo insieme,o quando (spesso) andavamo all'autodromo di moza a guardare le f1....ed è un modo di averlo ancora accanto a me. scusate il preambolo,ma caro eigi,leggendo il tuo post,questa è stata la prima cosa alla quale ho pensato. grazie eigi per aver creato il tuo sito,sicuramente sarà in grado di dare non solo informazioni utili...sono sicuro che emozionerà...perchè è con la tua profonda passione...che lo hai creato.
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Max91
automodellantone
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Inserito il - 24/02/2012 : 20:22:26
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Alessandro... storia bellissima... sul finale mi sono passati i brividi per la schiena... hai un grande Cuore e una grande passione, sei una persona vera spero un giorno di conoscerti p.s. bellissima la tua foto sulla macchinina a pedali!
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Massimo
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Keep-all
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Inserito il - 24/02/2012 : 21:31:58
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Avevo già letto il tuo toccante racconto tempo addietro, anzi ho avuto modo di rileggerlo anche ultimamente, perchè ero andato a curiosare il tuo sito per vedere se era "cresciuto". Penso che sarebbe bello se scrivessi un libro su questo genere, improntato sul tuo mondo dei giochi, del modellismo ed arricchito di notizie riguardanti i modelli che collezionavi e collezioni. Non una mera enciclopedia di modellismo e neppure soltanto la tua vita, ma le emozioni provate, l'ingenuità nel giocare con le macchinine nell'arco di 50 anni in cui tutto intorno a te, a noi, è cambiato, ma non la consapevolezza di avere sempre dentro di te, di noi quel "fanciullino" pieno di ricordi, di gioia e di speranza.
Alberto
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Modificato da - Keep-all in data 24/02/2012 21:34:12 |
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Ubi major, minor cessat Le mie foto fatte in Croazia sono sempre QUI Ora , ci sono anche alcuni modellini della mia collezioneQUI in scala 1:43 ed anche QUI in scala 1:24. Verranno anche gli altri, ma sono timidi. |
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franciazzi
automodellandonissimo
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Inserito il - 24/02/2012 : 21:59:21
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Caro Alessandro, mi hai fatto ricordare cose che avevo dimenticato da allora... soprattutto mi hai fatto provare sensazioni sopite da allora... ti ho letto e riletto non so più quante volte, per assaporare ogni più piccolo dettaglio, perché in ogni angolo c'è un raggio di luce che illumina uno spicchio di passato, altrimenti dimenticato.
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vale61
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Inserito il - 26/02/2012 : 00:50:13
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.. e si bei ricordi, complimenti per il racconto.
Mia mamma, malgrado eravamo in 4 in famiglia e mio papa' un semplice operaio, ogni tanto ci comprava, a me e mio fratello, una macchinina dal ferramenta, il quale allora vendeva un po' di tutto. Insomma ora mio fratello si ritrova la Mini mebetoys n. 77 in scatola, una alfa della politoys,una p4 mebetoys , una corvette ecc.. . invece io mi ritrovo GLI ALBUM DEI FRANCOBOLLI ... CHE Sf**a!!!!!!! Certo se fosse stato per me le macchinine sarebbero state subito dei rottami, quindi meglio che siano sopravvissuti nelle mani piu' gentili di mio fratello ... pero' se almeno la Mini fosse arrivata a me in buone condizioni ... tutto per dire che continuo a cercare su ebay una occasione per prenderla, solo che ora vale sui 100 euro ca**o al cubo ...
Sta di fatto che sta sto forum fece tornare in me la voglia di macchinine, ora mi sto davvero godendo la mia collezione .
Ciao Vale.
PS: Alessandro se scriverai un libro sull'argomento, saro' tra i primi a prenderlo.
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eigi
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Inserito il - 27/02/2012 : 13:08:48
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Vi ringrazio per le belle parole che m'avete dette e son lusingato nell'avervi stimolato emozioni e sentimenti così profondi.
Ma non credo sia una mia "bravura"; è sufficiente leggere l'elettrocardiogramma di certi momenti e riportarlo, con sincerità, in parole scritte.
@ Vale 61 - non succederà, ma se mai dovessi scrivere il libro giuro che la prima copia, autografata, te la porto di persona in cambio di un buon caffè e di una bella chiacchierata su macchine e macchinine
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peroz118
automodellantino
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Inserito il - 01/03/2012 : 12:50:06
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Eigi hai colpito nel cuore , penso che in tutti noi ci sia un piccolo bambino che riaffiora con il tempo; mi rispecchio molto nella tua riflessione e come tu recuperi le dinky o le politoys io vado cercando le majorette in scala 1/60 che da piccola distruggevo e lanciavo in giro x casa !
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Tomcat
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Inserito il - 02/03/2012 : 19:34:31
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grazie per l'emozione che mi hai fatto provare, anche per me , come del resto a tutti voi che avete risposto a Alessandro, sono riaffiorati ricordi lontani, ricordi di persone che purtroppo non ci sono più ma che mi hanno trasmesso questa passionaccia per i motori, che di riflesso si riversa sui modellini. Penso a mio zio, grande appassionato di machine e di ciclismo, che quando avevo 10 anni, nell'ormai lontano 1966 mi ha portato con lui a vedere la Cesana-Sestriere corsa in salita allora valida per il campionato europeo, e da li è nato tutto......penso alle prime copie di Autosprint, comprate coi risparmi, al primo modellino ( una Miura che conservo ancora, un po acciaccata ma vissuta, il primo G.P. dal vivo,l'emozione di vedere da vicino i miei eroi e allora la F.1 era diversa da adesso,accidenti se era diversa.....l'emozione di farmi firmare un pezzo di carta da Hill ( padre) il tifo sfegatato per Gil, le emozioni che mi ha regalato, i G.P. all'adiaccio con gli amici sulla rocca di Monaco, il memorabile viaggio in Australia per vedere il g.p. la collezione dei miei modellini che ormai ha raggiunto i 700 pezzi, con somma gioia di mia moglie che sopporta da una vita l'insana passione di questo eterno bambino e tutto il resto.... una vita ! E come dice il buon Carletto, non crescere, anzi non cresciamo mai, tutti quanti . Vi voglio bene !
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.....e l'azzurro sta nel cielo e il verde sta nei prati ed il rosso è il colore dell'amore !
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thorax
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Inserito il - 06/03/2012 : 13:57:44
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cari amici avete già detto tutto voi, sic....
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la moto è l'estensione dell'anima del motociclista |
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peppecar
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Inserito il - 06/03/2012 : 17:39:46
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la tua storia, la vita (e un pò quella di tutti) passata attraverso i modellini o macchinine che hanno contrassegnato l'infanzia di noi che abbiamo questa passione....
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