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javelin
automodellante
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Inserito il - 16/11/2010 : 15:11:08
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| cantudario ha scritto:
veramente complimenti! iniziativa da ripetere sicuramente... e in particolare mi sto adoperando per realizzare la storia della Lesney. chiunque volesse partecipare è stra-ben-accetto!
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Mandami la bozza che ci dò un'occhiata Oscar
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cantudario
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Inserito il - 16/11/2010 : 23:55:37
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sicuro!
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Rallysta
iperautomodellante
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Inserito il - 20/11/2010 : 13:36:33
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Per ingannare il tempo in attesa del capitolo sugli anni '80 (anche se è imminente ) vi posto quest'altro video, non interessante come quello precedente ma sicuramente merita di essere visto. Povere Majorette però.... E pensare che alcuni modelli che appaiono nel video come la Plymouth Fury della Polizia sono molto ricercati e se si trovano messi bene vanno via a prezzi molto molto alti.
http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ures.fr.html
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Admiraljoseph
automodellante
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Inserito il - 22/11/2010 : 16:59:03
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Ahi, CHe dolore... Povere Majo a pensarci ora... tutti vecchi modelli da collezione e pure raretti... lo scontro finale con annessa caduta dal tavolo mi ha fatto soffrire, pensando che prima erano solo giocattoli a poci soldi ed ora, per alcuni modelli ti devi spennare...
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deltahf84
automodellandonissimo
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Inserito il - 28/11/2010 : 11:32:26
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Gli anni ’80. Il successo diventa planetario e i prodotti aumentano. Il successo delle Majorette negli anni ’70 non è che la base del successo consolidato che tale casa conoscerà negli anni a venire.
Nel 1982 verrà stabilita la sede della Majorette USA, a Miami, che si preoccuperà dell’esportazione dei prodotti negli Stati Uniti. Distribuiti capillarmente, questi piccoli gioielli fanno la felicità di intere generazioni di bambini di tutto il mondo, trascinando i genitori nei negozi e dai tabaccai dove rimangono puntualmente estasiati dinnanzi agli espositori girevoli gialli e rossi perennemente straripanti di novità, che escono a flusso continuo.
Le riproduzioni degli anni ’80 sono sempre caratterizzate dall’estrema cura dei soggetti riprodotti, arricchiti da dettagli microscopici che conferiscono incredibile realismo e puntualità al modello. I colori “prima maniera”, spesso molto vistosi e dalle tonalità molto accese, pian piano vengono abbandonati, per essere soppiantati da una gamma cromatica meno vivace (ci sono dei modelli, prevalentemente da “tempo libero”, che fanno eccezione e per i quali continuano ad essere adottati colori stravaganti. Esempi sono le Dyane Cross, le Mahradjah e le Dune buggy),ma ugualmente piacevole.
Durante questo periodo la casa prosegue con l’aggiornamento delle ruotine dei modelli. Il disegno a stellina, retaggio degli anni ’70, viene abbandonato in favore di un disegno a trifoglio, rimasto in uso per lungo periodo.
Successivamente, sul finire di questo decennio, si ha un avvicendamento di disegni diversi dei cerchi ruota. Si torna alla stella a 3 punte, anche se di foggia leggermente differente (tipo Renault 11), per alcuni modelli vengono adottate ruote con doppio cerchio concentrico (tipo Saab 900 Turbo) per poi passare alle ruote con cerchi tipo “phone dial” (“telefono”, Tipo Fiat Tipo) e a quelle “a timone” (tipo Honda Accord).
Da sottolineare anche la nascita di varianti a ruote larghe, per le auto, e la variante 4x4 per i fuoristrada, che adottano ruote oversize.
Tante le novità importanti introdotte dalla Majorette in questo decennio. Eccone alcune.
Nel 1980 entreranno in catalogo le “Motor”, auto di dimensioni maggiori rispetto alle normali “200” e decisamente meno dettagliate rispetto a quest’ultime. Saranno caratterizzate dalla presenza di una sorta di motorino al loro interno che, attraverso vari ingranaggi, carica il modello che può essere lanciato in velocità (un primitivo tipo di retrocarica per intenderci). Ben presto entreranno in commercio anche delle piste dedicate a tali miniature. La serie subirà una modifica nel 1987, quando verranno introdotte le “Start Motor” che si differenzieranno dalle normali “Motor” per l’aggiunta di un bottoncino sopra il tetto delle vetture che permette, una volta caricato il motorino, di bloccare la retrocarica e di farla partire solamente dopo che il tasto è stato schiacciato.
Altra novità è l’ampliamento della gamma “3000”; Vanno ad aggiungersi, ai Tir già a catalogo, numerosi altri modelli. Tir con ogni sorta di allestimento (trasporto cavalli, trasporto auto da corsa, cassonati, telonati, trasporto barche, cisterne, ecc…) e mezzi di vario genere: Auto, van, camion (carroattrezzi, cassonati a tre assi, camion della nettezza urbana, mezzi movimento terra).
Novità di maggior rilievo poiché è un’anteprima assoluta, è l’introduzione dei “Majokit” nel 1983. Si tratta di scatole di montaggio che riproducono porzioni di una città e che possono essere collegate tra di loro dando vita a una vera e propria metropoli in miniatura. Vediamo la comparsa della stazione dei Vigili del Fuoco, la Posta, la Banca, il Pronto Soccorso e tante altre costruzioni. All’interno di ogni confezione, oltre all’arredo urbano, è presente anche un modello che ha attinenza al soggetto per cui insieme alla Banca fa la sua comparsa il furgone portavalori, col Pronto Soccorso c’è l’Ambulanza, e cosi via. http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...clac.fr.html
Nello stesso anno viene poi ulteriormente ampliato il catalogo con l’introduzione della serie “600”, una via di mezzo tra la classica serie “300” e i più grossi “3000”. Questa piccola serie riproduce esclusivamente TIR Americani, anch’essi con differenti allestimenti.
Nel 1986, poi, vedono la luce le “Turboom”. Si tratta di modelli delle dimensioni delle “Motor” a retrocarica, nel quale cofano va inserito uno “scoppietto” (piccole cariche pirotecniche, utilizzate anche nelle pistole giocattolo). Lanciando il modello contro un ostacolo il modello si deformava con un preciso criterio, dopo di che seguiva lo scoppio simulando cosi l’effetto di un incidente. Una volta esploso, bastava sostituire lo “scoppietto” a fine vita con uno nuovo (nella confezione ne venivano dati in quantità) per ricominciare da capo. http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ture.fr.html
Nel 1987 il catalogo si ingrandisce ulteriormente con l’arrivo dello “Sprinter”, una sorta di pistola dentro alla quale si carica la propria Majorette (rigorosamente di tipo “200”) che viene poi sparata, imprimendole quindi velocità. http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ouet.fr.html
Nello stesso anno escono anche le “Super rockers”, fuoristrada con la scocca delle normali “Serie 200” abbinate però ad un assetto notevolmente rialzato e di pneumatici giganti. (foto presa dal Web)
Nel 1988 nasceranno le “Extranimals”, veicoli di fantasia basati sulle “Serie 200” che si distinguono dalle tradizionali per le ruote prese dalle “Super rockers”, un assetto modificabile secondo otto diverse posizioni e dalla presenza della testa di un animale diverso per ogni modello che sarà presente sulle calandre delle miniature. (foto presa dal Web)
Nel 1989 vengono presentate le “Sonic flasher”, ovvero delle “Serie 200” arricchite da un impianto elettrico al proprio interno che permette al modello, schiacciando le ruote posteriori di emettere suoni diversi in base al tipo di modello. Inizialmente la gamma presenta solo veicoli d’emergenza come Ambulanze, volanti della Polizia e mezzi dei Pompieri che per l’occasione presentano anche le sirene funzionanti. La serie verrà ampliata notevolmente negli anni ’90 quando faranno la loro apparizione nel catalogo anche auto civili.
Nel medesimo anno nascono i "Color pack", blister contenenti due modelli differenti che cambiano il colore in base alla temperatura dell'acqua nella quale vengono immersi.
Il successo dei prodotti è notevole, l’azienda è così florida che proprio negli anni ’80 assorbe la sua rivale principale, la Solido, eccezion fatta per la divisione che si occupa dei mezzi militare, che continua a rimanere autonoma. Vale la pena tenere presente che verso la fine del decennio la Majorette si cimenterà nella produzione di modelli in scala 1/24 e 1/18 che presenteranno in diversi casi stampi riciclati da altre marche (ad esempio lo stampo della Peugeot 605, condiviso con Solido o quello della Lexus LS400, condiviso con YatMing).
Ricordiamo alcuni tra i modelli più significativi degli anni ‘80: Datsun 260 Z, BMW 733, Alpine A310, Citroen Acadiane, R5, R18, R11, Peugeot 604, Mercedes 450 SEL, Saab Turbo,Fiat Ritmo,ecc…
Alla prossima puntata,con gli anni 90!!
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Modificato da - cantudario in data 03/12/2010 15:55:09 |
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Soichiro73
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Inserito il - 28/11/2010 : 11:39:17
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belllloooooooo!!
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Admiraljoseph
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Inserito il - 28/11/2010 : 19:44:38
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Bella anche la seconda parte... gli anni 80 sono stati poi quelli della mia gioventù di quyando "distruggevo" i giocattoli... in quegli anni ho cominciato a giocare con le Majo... bellissimi modelli... dal 70 all'89 erano i migliori...
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Soichiro73
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Inserito il - 29/11/2010 : 09:20:27
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mi raccomando raccontatemi anche la storia di questa serie di modellini Majorette:
http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll...t_500wt_1156
grazie!
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cantudario
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Inserito il - 29/11/2010 : 10:00:35
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...siamo alle richieste ormai...
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Rallysta
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Inserito il - 29/11/2010 : 14:19:24
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Quella è semplicemente una Majorette promozionale. Negli anni '70 ma soprattutto '80 (decennio in cui sappiamo che Majorette raggiunse il suo apice per la popolarità) diverse imprese commissionavano modelli Majorette che poi modificavano con una scatola dedicata (a volte semplicemente trasparente, come quella del camion 3000 postato poco sopra) e talvolta applicavano sopra ai modelli decalcomanie riguardanti il proprio marchio per farsi pubblicità. Volevamo accennare questo fatto negli anni'80 ma poi abbiamo pensato di parlarne più approfonditamente in un capitolo apposito indirizzato verso le scatoline.
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Soichiro73
automodellandonissimo
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Inserito il - 29/11/2010 : 17:42:40
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| cantudario ha scritto:
...siamo alle richieste ormai...
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bisogna stimolarli!
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Rallysta
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Inserito il - 06/12/2010 : 22:41:24
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Gli anni ’90, il declino e il crollo. Gli anni ’90 rappresentarono un periodo molto buio per il marchio, che affrontò proprio in questo momento un progressivo e inesorabile declino che portò ad un generale calo di qualità ed alla perdita dell’orgoglio di essere “Made in France”. La causa di questo declino è da attribuirsi alla disastrosa campagna elettorale che intraprese Emilé Veron, il presidente della Majorette, che proprio all’inizio del decennio, forte dei successi (e soprattutto dei guadagni) ottenuti dal suo marchio, decise di lanciarsi nel campo politico e di candidarsi alle elezioni presidenziali. L’esperienza non ebbe successo e la Majorette cadde in una profonda depressione economica, a causa dei notevoli capitali dirottati per la campagna di Veron. Per cercare di arginare questo declino, Veron stesso, decise dapprima di delocalizzare gran parte della produzione del marchio nel Sud-Est Asiatico, precisamente nella fabbrica di Nava Nakorn, in Thailandia, e successivamente di acquistare una linea di modelli creata dal marchio Portoghese Novacar (di cui parleremo successivamente, in un capitolo apposito) al fine svecchiare la produzione della casa. Tali precauzioni non si rivelarono tuttavia sufficienti per fermare la catastrofe ormai compiuta e il 25 Novembre 1992 fu dichiarato il fallimento dell’azienda. Emilé Veron e suo figlio Alexandre vennero condannati dal tribunale, circa 400 impiegati furono licenziati, l’azienda non venne più quotata in borsa e il presidente fu costretto a liquidare la fabbrica alla Idéal Loisirs nell’Aprile del 1993, che la vendette a sua volta alla Triumph-Adler AG poco dopo. http://www.ina.fr/video/CAB93072406...amen.fr.html Dopo il fallimento la marca non riuscì più a tornare ai livelli qualitativi precedenti e di fatto per molti l’azienda cessò di esistere proprio in seguito a quest’episodio che a tutti gli effetti segnò la fine di un epoca, l’epoca d’oro della Majorette. Anche il catalogo del marchio risentì delle forti tensioni interne, molti vecchi stampi abbandonati da tempo vennero infatti riproposti durante il decennio in questione, in modo da ridurre al minimo le spese. Persino i gloriosi Majokit vennero progressivamente rimpiazzati da più semplici ed economici tappetini in gomma, sui quali erano disegnati diversi sfondi e diversi soggetti ma che mancavano tuttavia della raffinatezza e della cura nei dettagli degli antenati e soprattutto mancavano della terza dimensione. Ciononostante, diverse furono le novità introdotte durante tale periodo. Nel 1990 viene introdotta la “Serie Deluxe”, che comprendeva solamente vetture esclusive, quali modelli di lusso o supercars, caratterizzate dalla maggiore raffinatezza nelle miniature con diverse aperture, cerchi dedicati per ogni vettura, una maggiore ricercatezza e cura negli interni ed un blister esclusivo. (Foto prese dal Web). Nello stesso anno ci sarà anche un notevole allargamento della gamma delle “Sonic flashers”, prodotto con cui Veron sperava maggiormente di poter rovesciare le sorti della fabbrica.
http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ture.fr.html Verso l’inizio del decennio entra anche in produzione, ma per poco, la “Serie Girls”, rivolta ad un pubblico prevalentemente femminile e si distingue per la presenza, nel blister, di una miniatura dalla livrea esclusiva e di un’elegante borsetta portachiavi con tanto di zip, nella quale potrà essere riposto il modellino. (Foto prese dal Web). Numerose furono anche le verniciature speciali adottate su modelli comuni. Nel 1992 vennero introdotte le “Top Chromes”, modelli caratterizzati da colorazioni cromate e la Majorette si cimentò anche nella produzione di aerei con la serie "Airport". (Foto dell'aereo presa dal Web). Nel 1995 entrarono in catalogo le “Crystal” caratterizzate dalla scocca trasparente. Nello stesso anno arrivarono sul mercato anche le “Tutti frutti” che si distinguevano per avere una verniciatura profumata, che ricorda diverse fragranze di frutta. Il 1995 fu l’anno che vide la nascita delle “Supers”, miniature che presentavano le ruote anteriori sterzanti e che per questo venivano vendute unitamente a simpatici coni stradali utili a creare un percorso a slalom per i modelli. Fu anche l’anno che vide un incremento di veicoli nella gamma delle “Super movers”, riproduzioni in scala 1/32 che avevano sostituito nella fine degli anni ’80 le “Serie 3000”. http://www.ina.fr/video/PUB37744401...amme.fr.html Nel 1997 ci fu un rinnovamento dello storico logo che aveva distinto l’azienda a partire dal 1979 e venne ampliato anche il catalogo, che vide dapprima l’introduzione dei “Mini launch” e in seguito dei "Punch", versione portatile dei primi lanciatori per vetture Majorette degli anni ’80. (Foto prese dal Web). Il 1998 dimostrò la necessità, da parte dell’azienda, di avventurarsi in nuove fasce di mercato e la produzione si estese infatti anche a campi prima inesplorati, come le moto in scala 1/24 e 1/18 e a giocattoli per la prima infanzia. Vale la pena ricordare inoltre che durante gli anni ’90 alcuni veicoli Majorette furono sponsorizzati da diverse grandi multinazionali come Coca Cola, Pepsi e Cadbury’s (e anche dal Circo “Pinder”), dando cosi vita a una vera e propria serie loro dedicata, presente nei cataloghi del marchio. Tra i modelli più significativi di questo decennio ricordiamo la Honda Prelude, la VW Golf III, la Renault Tingo, la Limousine Mercedes, la Renault Safrane, la Ford Mondeo, ecc… A presto per gli anni ’00!
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deltahf84
automodellandonissimo
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Inserito il - 07/12/2010 : 00:45:44
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Per dovere di cronaca ci terrei a precisare una cosa. Le 3 Chromes fotografate (mie) recano tutte,sul retro del blister la dicitura "Fabriquè et imprimè en France-Rillieux" (Fabbricato e Stampato in Francia-Rillieux). Inoltre la Morgan e la Porsche recano sul fondino la classica dicitura MADE IN FRANCE.La Cadillac Allantè invece NO.
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paccia89
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Inserito il - 07/12/2010 : 02:30:44
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tutto interessantissimo vorrei fare anch io un appuntino: le Supers quando uscirono me lo ricordo bene: non erano vendute unitamente ai birilli e al tappetino. Si poteva acquistare anche il modello singolo(il primo ad uscire se non ricordo male fu la Mondeo), che veniva proposto in un blister leggermente risitilizzato e piu alto.
L idea di vendere i modelli col tappetino e i birilli venne minimo un paio d' anni dopo al lancio, e si può riconoscere anche perchè il blister aveva già la nuova grafica e il nuovo marchio.
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Rallysta
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Inserito il - 07/12/2010 : 14:36:27
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Si, si, certo, sono io che mi sono espresso male. Volevo dire che venivano vendute anche insieme ai birilli, non esclusivamente.
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Rallysta
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Inserito il - 08/12/2010 : 00:29:16
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| deltahf84 ha scritto:
Per dovere di cronaca ci terrei a precisare una cosa. Le 3 Chromes fotografate (mie) recano tutte,sul retro del blister la dicitura "Fabriquè et imprimè en France-Rillieux" (Fabbricato e Stampato in Francia-Rillieux). Inoltre la Morgan e la Porsche recano sul fondino la classica dicitura MADE IN FRANCE.La Cadillac Allantè invece NO.
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Però la serie Chromes è stata introdotta nel '92, forse hanno usato stampi ancora MIF su alcuni modelli.
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Admiraljoseph
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Inserito il - 08/12/2010 : 11:03:20
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Anche sulle crome, è ancora valida la "diatriba" se sono MiF realmente o no... alcune poi con scatola che riporta il MiF e il fondino no... un mistero che non riusciremo mai a risolvere, non sapendo l'anno preciso in cui è cessata la produzione realmente in Francia... PS. io faccio parte di questa categoria: "Dopo il fallimento la marca non riuscì più a tornare ai livelli qualitativi precedenti e di fatto per molti l’azienda cessò di esistere proprio in seguito a quest’episodio che a tutti gli effetti segnò la fine di un epoca, l’epoca d’oro della Majorette."
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ama
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Inserito il - 10/12/2010 : 19:23:11
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al di la di tutte le diatribe, bravissimi, molto interessante e l'occasione per imparare un sacco di cose mitici
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ama |
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Rallysta
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Inserito il - 04/01/2011 : 15:03:34
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Finalmente terminato il trambusto che caratterizza il periodo Natalizio e che precede il nuovo anno riprendiamo la nostra storia sulla Majorette e vi pubblichiamo l’ultimo decennio.
Il nuovo millennio, l'anno zero.
Nell'ottobre del 2000 la Majorette vende 1000 metri quadri di uffici dislocati in una sede per poi raggruppare il marketing e la parte commerciale nei locali di Rue du Campanet. La fabbrica consegna il 30% della produzione nonostante sia una produzione ridottissima; appena 1,2 milioni di miniature a fronte dei 40 milioni prodotti in Thailandia. Specializzata nelle tecniche di lavorazione della plastica, la fabbrica Francese produce tutti i grossi pezzi facenti parte dei playset ( basi militari, garages ecc). http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ndes.fr.html
http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...base.fr.html
http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ndes.fr.html
Nonostante ciò l’azienda risente del rialzo del Dollaro e nel 2000 deve far fronte a perdite per 5,95 milioni di Euro. Complice di tali perdite anche il rincaro dei prezzi delle stesse materie prime plastiche, rincari che non possono ripercuotersi sui prezzi di vendita a causa della concorrenza Asiatica. Anche il ritorno in borsa annunciato viene disatteso.
Durante un meeting dei vertici, l'8 e il 9 ottobre 2001 a Rillieux, viene deciso il licenziamento di 237 persone su 343 impiegati francesi. La direzione annuncia la chiusura del centro di progettazione e di tutta la produzione. il 31 gennaio 2002 viene chiusa anche la fabbrica madre, Majorette infatti decide di produrre solo in Thailandia, complice il costo della manodopera molto più basso rispetto a quello in territorio Francese.
Nel 2003 Majorette verrà acquistata dalla Smoby, società che la venderà poi alla MI29, un fondo d’investimento Francese, nel 2008. Nel 2009 la Majorette è di nuovo insolvente e viene acquisita dalla Simba-Dickie, che, ironia della sorte, nel frattempo aveva comprato anche la Smoby.
Con il nuovo secolo la Majorette continua a seguire una politica di rinnovamento e deciderà di cimentarsi anche nella realizzazione di radiocomandi. http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ette.fr.html
http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ette.fr.html
http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ndes.fr.html Il 2000 vedrà inoltre l’introduzione di un nuovo prodotto, le “Speed Wheeler”, vetture da corsa della classica “Serie 200” alla quale si affiancano nei blister dei caschi integrali riprodotti in miniatura.
Il 2003 è un anno decisivo e rappresenta probabilmente per i puristi del marchio l’anno in cui la Majorette toccò il fondo. Nel 2003, con la speranza di ottenere l’attenzione e il favore dei più piccoli, venne introdotta in catalogo una serie tutta nuova, la “Fiction” , costituita da veicoli totalmente di fantasia, che univano parti in metallo a un abbondante uso della plastica. http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ette.fr.html
http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ette.fr.html Tuttavia il 2003 rappresenta delle novità anche per quanto inerente alla riproduzione di vetture reali, da sempre cavallo di battaglia del marchio. Nascono cosi le “Motor car”, vetture appartenenti alla tradizionale “Serie 200” che presentano però l’aggiunta di un meccanismo a retrocarica e che riprendono di fatto le vecchie “Motor”.
Il 2004 vede entrare in commercio la serie “Champions” (che in seguito prenderà il nome di “Racing”) formata da vetture reali tutte nuove da rally e da corsa. Ben presto si affiancheranno alle auto da rally anche dei camion, sempre in scala, del servizio assistenza dei team da corsa. Il 2007 è un altro anno negativo per i tradizionalisti; Sulla prima pagina del catalogo spiccano l’immagine di tre nuove serie: Una costituita da mezzi di fantasia dedicata all'eroe dei fumetti Spiderman (e in seguito alla Marvel in generale), una chiamata “Rush runners” che, sempre seguendo l’impronta delle “Fiction” riproduce moto futuristiche in scala maggiore rispetto alla tradizionale 1/64 e una chiamata “Team tuning” composta da vetture fantasiose, anch’esse in scala leggermente maggiore della classica, caratterizzate dalla possibilità di emettere suoni e dai fanali funzionanti. http://www.ina.fr/pub/culture-et-lo...ndes.fr.html Il 2009 vede l’introduzione in catalogo delle “Sound e light”, un evoluzione delle “Team tuning” arricchite da un meccanismo di retrocarica. Nello stesso anno si vedrà un tentativo da parte di Majorette di tornare sui propri passi. Nascerà il “Majocity”, brutta copia del glorioso “Majokit”, erediterà dal nonno solamente le basi (i marciapiedi) in plastica, il resto, edifici, segnali stradali e alberi (prima anch’essi in plastica) sarà rimpiazzato da sagome in cartone a simulare le varie strutture. Nello stesso anno inoltre i “Launcher” Majorette verranno sottoposti a un restyling, sia per quanto riguardante quello grande che quello piccolo. Il 2010 si apre con un rinnovamento del logo che ritorna a uno stile più classico e rimpiazza quello che aveva rappresentato l’azienda dal 1997. Il 2010 darà alla luce le “Twisterz” , vetture di fantasia caratterizzate dall’essere divise in due parti snodabili e pertanto caratterizzate dalla possibilità di annodarsi su se stesse. Nonostante il periodo tutt’altro che florido anche durante quest’ultimo decennio la Majorette riesce a confermarsi tra i leader del settore delle riproduzioni in scala piccola e verrà sponsorizzata da diverse aziende come Pepsi, il Circo Pinder e addirittura dalla Squadra calcistica Spagnola F.C. Barcellona. Fra i modelli da ricordare possiamo citare la Volvo XC-90, la BMW Z8, il Nissan Murano, la Citroen C4 e la Peugeot 107. (Questi qui sopra sono gli unici modelli che non ho preso dalla rete ma che appartengono alla mia collezione, d'altronde le Majorette degli ultimi dieci anni non mi hanno mai attirato molto. ) Intanto vi anticipiamo che nel prossimo capitolo tratteremo un argomento davvero molto interessante!
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-------------------- Le Majorette sono come le caramelle: Sono tante, colorate, attraenti e una tira l'altra. -------------------
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ama
automodellante
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Inserito il - 05/01/2011 : 13:46:52
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grandissimi (nonostante il triste capitolo), aspetto il prossimo qua sul divano, non mi muovo. complimenti di nuovo
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ama |
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